lunedì 11 aprile 2011

Umane catastrofi e divina bontà.

Accade di rado che compaiano sulla scena italiana, per non dire internazionale, personaggi poliedrici della levatura e dello spessore di Roberto De Mattei. La sua brillante carriera, che siamo certi andrà ben oltre l'attuale carica di vicepresidente del CNR, basterebbe da sola ad attribuirgli l'onore e il merito che gli spettano; tuttavia è forse nelle sue indagini più trasversali che l'acume e la brillantezza dell'uomo si rivelano in tutta la loro profondità.
Ci riferiamo in particolare all'ultimo saggio di De Mattei, L'Edipo rivelato (in uscita presso Mondadori, 566 pagine, 22 euro), in cui lo studioso smonta pezzo dopo pezzo la narrazione sofoclea, con tutte le conseguenti interpretazioni psicoanalitiche, per restituirci la verità storica sulla tragica vicenda del re di Tebe. Il mastodontico studio è stato condotto su una documentazione sterminata comprendente frammenti di vasi dell'epoca, epigrafi marmoree e tavolette cerate miracolosamente sopravvissute al tempo.
Ecco in breve la vicenda.
Edipo, omosessuale, è ripudiato dal padre Laio quando questi scopre di essere oggetto delle brame incestuose del figlio. Esiliato presso una casa-famiglia che promette al re di curare il figlio dalla grave malattia, questi riesce a fuggire e a tornare dall'oggetto del suo amore. Laio, avvertito della notizia, preferisce incontrare il figlio fuori città. Nel corso dell'incontro Edipo, respinto per l'ennesima volta e pazzo d'amore, uccide il padre e corre a rifugiarsi dalla madre, che per nascondere alla città la sua colpa lo presenta come il suo nuovo marito. Nonostante la frequentazione di Tiresia, un noto transessuale con la mania dell'astrologia, col passare degli anni l'amore di Edipo per il padre defunto lo allontana da chiunque altro, portandolo a dedicarsi ripetutamente e di continuo alla pericolosa pratica della masturbazione. Di fronte a questa profonda corruzione morale del nuovo re, il signore Iddio (ancora noto col nome di Zeus) invia come di prassi una sciagura collettiva, nel caso specifico una pestilenza, che come tutti sanno altro non è che "una voce della bontà di Dio". Divenuto cieco per castigo divino a causa dell'eccesso masturbatorio, Edipo si allontana dalla città, facendo in tal modo cessare la pestilenza.
Se non fosse per l'enorme lavoro di documentazione e di analisi che trasuda da ogni pagina, molti riferimenti quasi profetici al Giappone dei nostri giorni farebbero pensare a un instant-book. Si tratta invece di un'opera colossale, il cui valore trascende la contingenza e ci porta di qualche passo più vicini alla Verità.

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